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giovedì 1 agosto 2013

APPELLO ALLE CHIESE CRISTIANE CONTRO IL FANATISMO RELIGIOSO

Alle Chiese Evangeliche

Cari Fratelli in Cristo, il mio nome è Samuele e sono cresciuto presso la
Chiesa Evangelica dei Fratelli di Gorgonzola (MI), che dopo la divisione al suo
interno, è diventata l'attuale Chiesa Evangelica dei Fratelli di Trezzano Rosa
(MI). La mia permanenza in comunione con l'adunanza è stata fino all'età di 18
anni, ovvero fino a quando, in seguito ad un mio peccato di fornicazione, sono
stato scomunicato dalla Chiesa e dalla mia famiglia che, allora, era convinta
che la posizione  della Chiesa fosse quella giusta da seguire. Io dall'oggi al
domani mi sono letteralmente trovato in mezzo ad una strada allontanato da
tutti, in quanto non mi era permesso avere contatti con nessuno, non mi era
rivolto il saluto e ovviamente alcun tipo di aiuto e sostegno morale e
materiale. Questo atteggiamento ha alimentato in me l'odio verso la Chiesa e
verso Dio e lascio a voi immaginare quanta sofferenza e quanto dolore ho dovuto
passare. Sono passati da allora 13 anni e nel corso di questi anni, dove solo
ora ho capito che Dio non mi ha mai abbandonato, ho  potuto riscoprire, anzi
scoprire la vera gioia della fede in Cristo scoprendo che Lui mi ama e mi ha
sempre amato per quello che sono, anche nella mia condizione di peccatore.
Attraverso le Scritture ho scoperto come tante cose che mi sono state insegnate
non siano perfettamente conformi agli insegnamenti di Cristo. Ho scoperto che
essere cristiano significa molto di più che appartenere a un movimento
religioso, che significa molto di più che adagiarsi su abitudini e tradizioni,
a volte malsane, di una comunità che predica il vangelo ma non vive in esso. Ho
scoperto che essere cristiano è una gioia che riesci a trovare anche
nell'intimità della propria casa quando non ti rimane che la lettura e la
preghiera e che diventa ancora più grande quando puoi condividerla con chi,
come te, ha la tua stessa fede. Ho rimesso la mia vita nelle mani di Dio e più
di una volta ho capito che quello che mi è successo nella mia vita e che ancora
mi sta accadendo è quello che Dio ha scelto per me, sarà lui a tirare i fili
della mia vita e di certo non sta a me o a chiunque altro cercare di
comprendere i suoi piani, anche se possono apparentemente sembrare incoerenti.
Durante questa esperienza ho capito anche che cosi come io ho bisogno di essere
amato e perdonato, di conseguenza io devo fare lo stesso con gli altri, e
quindi mi sono reso conto che tutti i rancori che avevo non avevano più motivo
di esistere ed ecco perchè ho sentito il bisogno di riallacciare i rapporti
innanzitutto con la mia famiglia, così come è avvenuto.
Ma un'altra cosa che ho capito è anche l'ipocrisia nella quale sono cresciuto
per molti anni in una comunità che non trovo, e non è,  in armonia con quella
che la Chiesa di Cristo dovrebbe essere. Sono cresciuto in una Chiesa  fatta
più di divisioni e ipocrisie che di amore e carità, ed è proprio per questo che
ho deciso di scrivervi.
Come ho detto prima ho avuto la gioia di riappacificarmi con la mia famiglia,
ma proprio questa riappacificazione mi ha portato a conoscenza di quanto
accaduto a mia sorella che ho avuto il piacere di riabbracciare, ma quando
quella sera lei se né andata, io rimasi con la gioia di averla rivista e la
tristezza nel cuore per le sue parole. Anche lei allontanata, lasciata sola,
condannata per qualcosa che probabilmente non gli è stato nemmeno consentito di
spiegare. Mi ha lasciato una ferita enorme questa cosa perchè nonostante quello
che già era successo con me, nonostante dopo tutto il dolore che quella vicenda
ha portato, ancora oggi si continuano a perseguire gli stessi identici errori
di sempre. Una Chiesa che appena uno cade in errore è pronta a puntare il dico
come un gruppo di inquisitori e lancia sentenze che si rivelano sempre le
stesse: scomunica, isolamento morale ecc. Mia sorella, che ha deciso di
separarsi dal marito per una serie di ragioni private che non è il caso che
stia qui a mensionare, e che ha avuto un altro uomo, ha sicuramente commesso un
errore, ed è vero che le scritture guidano la Chiesa anche alla disciplina
quando un fratello o una sorella cade in errore, ma insegna soprattutto
l'amore, questa è una cosa essenziale e fondamentale che dobbiamo tutti noi
capire, lasciando da parte i pregiudizi, i giudizi, i rancori, e cercare di
vivere in armonia e in serenità con noi stessi, ma soprattutto con il volere di
Dio. Il criterio disciplinale della Chiesa di Trezzano Rosa, o qualsiasi altra
Chiesa agisca in questo modo, non trova riscontro nella Bibbia, infatti nelle
Sacre Scritture non esiste un complesso di norme disciplinari come lo
intendiamo noi oggi, anche se allo  stesso tempo il tema della disciplina non è
completamente assente. La stessa parole “disciplina” è molto rara nella Bibbia
e spesso sta ad indicare qualcosa di diverso rispetto a quello che generalmente
si intende oggi. Nel Nuovo Testamento la parola “disciplina” è citata solo
cinque volte (Efesini 6:4, Ebrei 12:5,7,8,11) e altre quattro nel Vecchio
Testamento (Deuteronomio 11:2, Salmi 50:17, Proverbi 3:11 e 6:27). Nei versetti
dove la disciplina viene menzionata facendo riferimento a quei comportamenti da
tenere in caso di peccati all'interno della chiesa, essa non riporta delle
procedure standar da seguire sempre, né tanto meno sanzioni da applicare nella
generalità dei casi di peccato. Quindi ogni peccato deve essere verificato e
valutato per poi, se necessario, prendere provvedimenti disciplinari.
Ci sono diverse occasioni nella Bibbia dove viene insegnato il quando e il
come procedere all'applicazione di un provvedimento disciplinare nei confronti
di un fratello in Cristo. Nel Nuovo Testamento ci sono casi espliciti che
prevedono, sempre dopo un'attenta valutazione e non in maniera categorica, il
provvedimento disciplinare, ma è anche bene ricordarsi che con la discesa dello
Spirito Santo nel giorno di Pentecoste (Atti 2:1-4) nasce la Chiesa di Cristo,
che non è il popolo di Israele del Vecchio Testamento, né si identifica in
nessun sistema giuridico, infatti la Chiesa di Cristo è un organismo dove le
leggi culturali e cerimoniali del Vecchio Testamento perdono il loro valore. La
Bibbia ci insegna che i cristiani sono forestieri e pellegrini in questo mondo,
chiamati ad ubbidire alle leggi di ogni nazione in cui vengono a trovarsi e
soprattutto esortati a vivere nell'amore, quindi le norme e le sanzioni
previste da Dio per il popolo di Israele nell'Antico Testamento non possono
essere applicate nella Chiesa odierna, soprattutto quando, nel Nuovo
Testamento, ne esistono di nuove. Allora quando, alla luce delle Scritture,
sono previsti dei provvedimenti disciplinari? Nei seguenti casi:
Il peccato personale di qualsiasi tipo, Matteo 18:15-17 dice: “...Se il tuo
fratello commetterà una colpa contro di te, va e ammoniscilo fra te e lui solo;
se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi
ancora con te una o due persone, perchè ogni cosa sia risolta sulla parola di
due o tre testimoni, se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; se non
ascolterà neanche la comunità; sia per te come il pagano e il pubblicano...”.
I falsi insegnamenti
1 Corinzi 3:10-11 “...secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un
saggio architetto io ho posto il fondamento, un altro poi vi costruisce sopra.
Ma ciascuno sia attento come vi costruisce Infatti nessuno può porre un
fondamento diverso  da quello che già vi si trova, Gesù Cristo...”. I
fomentatori di divisioni Tito 3:10-11 “...ammonisci l'uomo settario una volta e
anche due, poi evitalo, sapendo che un tal uomo è traviato e pecca,
condannandosi da se...”.
Il peccato di fornicazione, e qui desidero soffermarmi in quanto nella Bibbia
c'è scritto: 1 Corinzi 5:1-5 “...Si sente dovunque parlare di immoralità tra
voi, e di una immoralità tale che non si riscontra neanche tra i pagani, al
punto che uno convive con la moglie di suo padre. E voi vi gonfiate di
orgoglio, piuttosto che esserne afflitti in modo che venga escluso di mezzo a
voi colui che ha compiuto un'azione simile! Ebbene, io, assente con il corpo ma
presente con lo spirito, ho già giudicato, come se fossi presente, colui che ha
compiuto tale azione. Nel nome del Signore nostro Gesù, essendo radunati voi e
il mio Spirito insieme alla potenza del Signore nostro Gesù, questo individuo
venga consegnato a Satana a rovina della carne, affinche lo Spirito possa
essere salvato nel giorno del Signore...”. nel brano citato si sta parlando di
un caso di incesto all'interno della Chiesa di Corinto. L'apostolo Paolo
giudicò il fornicatore con la frase “...consegnato a Satana, per la rovina
della carne, affinchè lo Spirito sia salvato nel giorno del Cristo Gesù..”,
questa espressione usata dall'apostolo suona letteralmente “sia dato nelle mani
di Satana” e viene ribadita anche in 1 Timoteo 1:20 “...da questi Imeneo e
Alessandro, che ho consegnato a Satana, perchè imparino a non bestemmiare...”,
tale espressione significa che il peccatore, essendo tolto dalla comunione
della Chiesa, si ritrova quindi nel mondo, ovvero nella sfera operativa di
Satana (Colossesi 1:13). Cosi come l'espressione “rovina della carne” si
riferisce alla mortificazione della natura peccaminosa.
La fornicazione mina la santità della persona ed è per questo che il Signore
considera grave il peccato di fornicazione perciò, qualsiasi genere di
fornicazione deve essere condannata dalla Chiesa che, valutando con attenzione
i singoli casi, giungerà al giusto provvedimento disciplinare che può arrivare
fino alla scomunica dalla comunione della Chiesa. In ogni caso nelle Scritture
non esiste un solo genere di peccato che rientra nel peccato di fornicazione,
né vi è una situazione standar che possa essere presa come unico riferimento
disciplinare perchè non esiste un unica sola soluzione disciplinare
applicabile, ma una varietà di provvedimenti da modulare caso per caso.
Ho voluto citare  alcuni casi (mancano la bestemmia, l'avarizia, l'idolatria,
l'ubriachezza) di  quando è possibile applicare dei provvedimenti disciplinari,
ma voglio soffermarmi soprattutto su come applicare questi provvedimenti,
ovvero come, alla luce degli insegnamenti di Cristo e dei suoi apostoli, tutti
i cristiani devono comportarsi verso i fratelli che commettono peccato.
Nelle Chiese moderne a volte viene costatata la tendenza di sottovalutare la
necessità di applicare una sana disciplina biblica, altre volte, molto spesso
invece, si vede dappertutto il peccato e di esagerare nell'attivare
provvedimenti disciplinari. Entrambe queste tendenze passano da un estremo
all'altro non considerando invece l'equilibrio insegnato nelle Scritture le
quali esortano, nel disciplinare un fratello, ad avere tre caratteristiche
fondamentali: la mansuetudine, il dolore con amore, la fermezza fraterna.
La Mansuetudine, “...Fratelli, se uno viene sorpreso in colpa, voi, che siete
spirituali, rialzatelo con spririto di mansuetudine...”, lo spirito di
mansuetudine è caratterizzato da una profonda umiltà che permette di evitare di
ferire il fratello che ha peccato, desiderando profondamente la sua
riabilitazione. La mansuetudine è uno dei frutti dello Spirito Santo! Galati 5:
22 “...il frutto dello Spirito Santo invece è amore, gioia, pace, pazienza,
benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo...”. In pratica la
mansuetudine vuol dire permettere alo Spirito Santo di controllarci fino al
punto si essere perfettamente al di sopra delle parti e di evitare ogni
parzialità, fino al punto di diventare capaci di formulare giudizi obbiettivi e
giusti che Dio stesso formulerebbe. Significa evitare ogni spirito di
perseguzione nei confronti degli altri e significa anche essere pronti a
confessare i propri peccati se ciò è necessario. Essere mansueti significa non
cercare la punizione disciplinare ad ogni costo ed evitare la “caccia alle
streghe”, ma valutare con obbiettività e attenzione caso per caso. Nel rispetto
e nell'amore per quello che, pur essendo peccatore, è un fratello in Cristo.
Dolore e Amore, “...Al contrario, dovreste piuttosto perdonarlo e confortarlo,
che talora non abbia a rimanere sommerso da troppa tristezza. Perciò vi esorto
a confermagli il vostro amore...” 2 Corinzi 2:7-8. E' molto chiaro in questi
passi come, alla comunità di Corinto, viene insegnato a non rompere i ponti col
peccatore. I Credenti devono essere incoraggiati a continuare i rapporti con il
fratello che ha sbagliato, non certo per approvare il suo comportamento ma
piuttosto per fargli sentire il proprio amore. Questo gesto di profondo amore
non può sussistere se non si prova un profondo senso di dolore per il peccato
commesso, un sincero dispiacere che non deve paralizzare il credente, ma anzi
spingerlo ad agire per la salvezza del fratello. Per il bene del fratello che
ha sbagliato i credenti sono esortati a perdonarlo, per evitare che sia
oppresso da eccessiva tristezza. Il saper perdonare non è solo un gesto di
amore, ma un dovere dettato dal fatto che ognuno di noi a sua volta è stato
perdonato dal Signore che si è sacrificato per il perdono di tutti i nostri
peccati.
In fine la Fermezza Fraterna, “...non consideratelo un nemico, ma ammonitelo
come un fratello...” 2 Tessalonicesi 3:15. L'ammonizione può e deve
accompagnarsi con l'amore fraterno cosi come c'è scritto anche in 2 Corinzi 2:7
“...cosicchè voi dovreste piuttosto usargli benevolenza e confortarlo, perchè
egli non soccomba sotto un dolore troppo forte...”. Il rispetto per il fratello
ci deve essere anche se non deve inibire l'azione disciplinare, sempre se
questa si rende necessaria. La tenerezza e la dolcezza verso i fratelli di
Corinto non impediva all'apostolo Paolo di scrivere loro con fermezza, infatti
dice in 1 Corinzi 4:14 “...non per farvi vergognare, ma per ammonirvi come miei
cari figli...”.
La fermezza fraterna, inoltre, significa non sottovalutare il peccato, ma
affrontarlo con decisione pur sempre nell'amore per il fratello che lo ha
commesso, ricordandosi che quando necessita di intervenire disciplinarmente ci
si ricordi di essere tutti figli dello stesso Padre, il quale è l'unico e solo
giusto giudice. La fermezza fraterna significa pregare, anche per ore e giorni,
al fine di raggiungere un'armonia fraterna che consenta di attivare un'efficace
procedura disciplinare. L'equilibrio fra fermezza e amore non può essere
improvvisato, ma sarà il risultato di un'unità costruita sulle ginocchia della
preghiera, solo in questo modo la Chiesa, come un solo uomo potrà realizzare
quanto c'è scritto nella lettera di Giacomo 5:20 “...chi avrà riportato
indietro un peccatore dall'errore della sua via salverà l'anima del peccatore
dalla morte e coprirà una gran quantità di peccati...”.
Inoltre è importante precisare che in qualunque occasione un fratello abbia
peccato è certo che ogni accusa deve essere provata e che, di conseguenza, ad
ogni persona accusata deve essere garantito un “diritto di difesa”. E' inoltre
vero che sia necessario un atteggiamento di umiltà da parte di chi è in errore
nella consapevolezza di aver peccato e che, inoltre, non abbia quest'ultimo da
chiudersi nei confronti di chi non lo hanno amato al fine di evitare rancori e
tensioni.
Alla luce di queste riflessioni sulla base di quello che la Bibbia insegna
sulla disciplina nella Chiesa di Cristo, io credo che, negli specifici casi
verificatisi nella Chiesa Evangelica di Trezzano Rosa non si sono mai attuati
dei  giusti processi di valutazione dei vari casi, oltre a non essersi dedicati
alla preghiera per la risoluzione degli stessi e oltre ad aver frettolosamente
preso gli stessi provvedimenti disciplinari di sempre (sospensione dalla
comunione, allontanamento dell'individuo, togliere il saluto e considerare il
fratello come un  essere da evitare), non si è mai e poi mai lasciato agire lo
Spirito Santo lasciandosi andare all'amore, alla compassione, alla benevolenza,
ma si è sempre preferito mettersi sul piedistallo e rendersi giudici degli
altri. Mi spiace ma sono gli insegnamenti del Cristo nel quali si ha creduto a
dire che comportamenti come  questi sono sbagliati! Non è questo che Dio si
aspetta dalla sua Chiesa, una Chiesa che purtroppo si è incanalata in pensieri,
azioni, tradizioni che nascono dal pensiero dell'uomo ma che non provengono
dagli insegnamenti che Cristo ci ha lasciato nei vangeli. Chi siamo noi per
togliere il saluto, per allontanare un fratello o per rompere i contatti con
lui perchè è caduto in errore? E' giusto disciplinarlo, ma sempre con amore,
non con atteggiamenti che non fanno di certo onore a Dio che guarda e giudica.
Spesso si dimentica che tutti noi agli occhi di Dio siamo dei miseri peccatori
e con i nostri peccati abbiamo messo in croce Gesù Cristo il quale, nella sua
infinita misericordia, si è immolato e ci ha resi tutti uomini liberi dai
peccati che abbiamo commesso e liberi anche dai peccati che commetteremo! Se
abbiamo creduto in questo come possiamo non provare amore per un peccatore come
noi? Come possiamo pretendere di giudicare le azioni di altri quando i primi
imperfetti siamo noi?La cosa che non riesco a concepire è che queste posizioni
si sono prese all'interno di una Chiesa che predica molto bene, ma razzola
alttettanto male. L'ipocrisia che regna all'interno della Chiesa di Trezzano
Rosa non è più tollerabile. Sono già più di 15 le persone, con le quali ho
avuto modo di parlare, che hanno abbandonato la comunità di Trezzano Rosa, in
parte allontanate perchè non condividevano queste azioni, altre se ne sono
andate di spontanea volonta sempre perchè non condividevano più tali azioni e
non sopportavano più atteggiamenti così ipocriti. Ci si dovrebbe chiedere il
perchè di tutti questi allontanamenti, non si tratta di un caso solo che può
dire tutto e niente, ma si tratta di molte persone che non riscontrano l'amore
di Cristo in questa comunità, qualcosa che non va è chiaro che ci sia. La
Chiesa di Trezzano Rosa, invece di essere guidata dallo Spirito Santo e
dal'amore di Cristo che dovrebbe rispecchiare in tutti noi, è governata da un
gruppo di persone che hanno più sete di potere che di misericordia, persone che
da inquisitori conducono la comunità a pensarla come loro e chiunque esce da
determinati pensieri è un fomentatore, un eretico, va allontanato e abbandonato
a se stesso. All'interno della Chiesa di Trezzano Rosa ci sono altri casi di
omosessualità, ci sono mogli che tradiscono i propri mariti, mariti che
picchiano le mogli, uomini separati che hanno altre donne, e molte di queste
cose vengono tenute nascoste, avendo la pretesa di esprimere sentenze e giudizi
verso altre persone, come me ad eempio, o mia sorella e altri mebri, che
nonostante abbiano riconosciuto il peccato sono stati allontanati come esseri
immondi. Non si può più tollerare un'ipocrisia così e non si può più tollerare
che ci sono persone che sanno e che stanno in silenzio. Siamo forse diversi
davanti a Dio? Perchè alcune persone sono state trattae in modo sgradevole agli
occhi di Dio e altre si tende a nasconderne gli errori o chiudere un occhio? E'
questa la giustizia che Dio ci insegna? Se si è davvero dei cristiani dobbiamo
sapere bene di essere creature di Dio che siamo al mondo allo scopo di
testimoniare l'amore di Cristo! Non possiamo pretendere di farlo quando non
siamo capaci di amare il nostro prossimo, e non possiamo pretendere di farlo
quando una Chiesa vive in un'ipocrisia così meschina,  Gesù ci insegna: “ama il
tuo prossimo come te stesso”...amare il prossimo come amiamo noi stessi è
l'insegnamento per eccellenza che ci ha dato il Cristo forse proprio perchè è
il più difficile da applicare. Io non credo che ognuno di noi vorrebbe essere
allontanato dai propri affetti, non credo che ad ognuno di noi farebbe piacere
camminare per strada o trovarsi in un luogo insieme a persone che si girano
dall'altra parte per evitare il saluto, io non credo che ad ognuno di noi
farebbe piacere sentirsi giudicato e condannato, eppure siamo tutti pronti a
farlo verso il proprio fratello o il prossimo, nonostante per primi non siamo
immacolati difronte a Dio! Questa comunità non si rende conto, anzi ancora
peggio si rende conto e rimane inerte al dolore e alle sofferenze che hanno
causato a questi fratelli, io ho parlato con ogniuno di loro, persone segnate
nello spirito e nella carne, molte in drepressione supportate da psicologi o
psichiatri, persone lasciate sole che trovano speranza solo in Cristo. Io non
posso credere e pensare che una vera Chiesa di Cristo agisca in questo modo,
quello che sta dimostrando la Chiesa di Trezzano Rosa è di essere una setta che
ha dimenticato i veri principi del vangelo e segue le parole di uomini privi di
amore e coscienza.
Nessuno di noi ha il diritto di ergersi a giudici degli altri né elevarci
sostenendo di essere possessori dell'unica verità esistente. La verità è Gesù
Cristo ed essa è contenuta nella Parola di Dio e la Parola non insegna quello
che in questa comunità sta facendo.
Le persone che come me sono state lasciate sole, hanno avuto il supporto e
l'aiuto di persone del mondo, come spesso le si definisce, che hanno saputo
avere però più amore e compassione, allora ho chiesto:  Che tipo di
testimonianza avete dato a questa gente comportandovi in questo modo? Ho fatto
questa domanda ad un membro di questa chiesa, una sera parlando con lui, sapete
cosa ha risposto? Pazienza. Pazienza? Ci siamo forse dimenticati che i credenti
sono il Tempio di Dio (1 Corinzi 3:16)? Che devono portare la luce nel modo ed
essere esempi d'amore? E davanti al fatto che questa gente abbia visto invece
tutta questa ipocrisia, questa mancanza d'amore e tanta  cattiveria, con parole
e azioni, viene risposto “pazienza”? Forse è Dio che ha smesso di avere
pazienza difronte a tali azioni e di fronte all'ipocrisia che padroneggia la
vostra comunità, proprio come fece nel Tempio.
Io non solo l'unica persona ad aver subito un ingiustizia così dolorosa, ma mi
sono fatto voce di tutti colore che, per un motivo e un altro, hanno subito la
mia stessa sorte. Ho deciso, dopo averci pensato molto e essermi affidato alla
preghiera di scrivere una lettera alla Chiesa di Trezzano Rosa facendo un forte
appello: mettersi una mano sulla coscienza e soprattutto mettersi in preghiera
e nelle mani di Dio affinche si possa dire BASTA all'ipocrisia di questa
Chiesa, basta con i dolori causati ai fratelli lasciati soli e abbandonati,
nella speranza che ci possa essere davvero un ravvedimento generale e un
ripristino di una comunità che deve essere costruita sull'amore e sui principi
Cristiani, senza alcuna interferenza di opinioni e pensieri personali. Solo con
un forte riconoscimento degli errori commessi da questa comunità e un nuovo
inizio si potrà godere delle benedizioni di Dio e di una comunità
spiritualmente viva e attiva, che sia di esempio e testimonianza dell'amore di
Cristo che noi tutti siamo tenuti ad osservare.
Ho ricevuto una risposta a questo mio appello, una risposta che in realtà non
ha risposto a nessun quesito avessi fatto, la risposta si è limitata a
estrapolare frasi e parole che, puntualmente, sono state interpretate e girate
a proprio piacimento trovando il modo di accusare me di stare giudicando loro,
dimostrazione del fatto che la loro lettera si concludeva con una richiesat di
scuse da parte mia alla comunita, cosa che se non sarebbe avvenuta, loro
avrebbero continuato a non aver rapporti con me. Mi sono reso conto che,
secondo il loro pensiero, io etichettato come blasfemo peccatore, non sono una
persona che ha sufficiente credibilità per il loro metro di giudizio, infatti
di recente un membro della chiesa, rispondendomi alla lettera, mi ha detto. “...
pensa a quel cazzo che ti pare, a me del pesiero di uno come te non me ne frega
un cazzo...quindi non rompermi i coglioni...”, chiedo scusa  per la volgarità,
ma sono le testuali parole che ancora conservo nell'sms che ho ricevuto da
questo “fratello”. E' proprio per questo che ho deciso di scrivere a tutte le
chiese evangeliche, nella speranza che qualcuno di voi possa ascoltare questo
grido di aiuto, al fine di prendere posizione verso la Chiesa di Trezzano Rosa
affinchè tutto questo possa avere fine. Troppe sono le persone a cui pè stato
fatto del male, tante le persone che hanno ricevuto una pessima testimonianza.
Vi prego quindi di ascoltare la mia voce e di tutti coloro che hanno subito le
stesse ingiustizie, noi non chiediamo altro che, pur avendo commesso degli
errori, o avendo pensieri differenti, veniamo trattati come ci avrebbe trattato
Gesù, proprio come una famiglia dove il padre rimprovera si i suoi figli, ma
continua ad amarli e a sostenerli nell'amore. Portare le testimonianze di
diverse persone sarebbe diventato difficile, ma credo di aver fatto ben capire
che, con azioni e parole, si è causato davvero molto molto dolore.
Spero che qualcuno possa accogliere questo appello e aiutarci ad aver voce. Io
sono a disposizione di chiunque voglia avere chiarimenti in merito.

Il Signore vi possa benedire

Samuele

2 commenti:

  1. Sei una persona splendida e sincera, che lotta per quello in cui crede, ti ammiro veramente tanto .

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  2. Grazie per le tue parole, per me in questo momento sono un conforto e un sollievo. Grazie

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